Conservatori

A Natale sono tutti più buoni. Noi no, e a Babbo Natale abbiamo chiesto in dono una sinistra meno indulgente con se stessa e magari più buona con l’altra metà del paese; meno scettica verso il resto del mondo e più fiduciosa nell’umanità. Il cataclisma che l’ha investita ormai diversi decenni or sono ne ha cambiato la fisionomia a tal punto da renderla irriconoscibile, e molto simile a quella che un tempo era la destra: conservatrice, catastrofista, complottista. Un tempo erano i conservatori a dubitare dell’uomo e del progresso, a diffidare delle masse e della democrazia, a intravedere oscuri complotti e spettri minacciosi in giro per l’Europa e il mondo. Erano loro a mostrare disprezzo per l’ignoranza del volgo e per la cultura popolare, a diffidare della società di massa e dello sviluppo industriale e tecnologico, a condannare la scienza in nome dei valori tradizionali. Il popolo era come un bambino, dicevano, aveva bisogno di genitori severi che gli indicassero la via da seguire e che ponessero limiti ai suoi capricci. Erano ostili alla libertà perché, nel profondo del loro animo, nutrivano una visione pessimistica dell’uomo. Erano loro, in una parola, la destra. Noi no.