Allegri

Il centrosinistra sembra avere trovato una posizione unitaria in politica estera. “Finalmente”, dicono i pacifisti della prima ora. “Meno male”, dicono i molti preoccupati dall’avvicinarsi delle elezioni. Ecco, se possibile noi eviteremmo il compiacimento, le manifestazioni di giubilo e quelle di amor proprio. Non c’è davvero molto da stare allegri: si dice che la svolta non c’è stata e a questo punto non ci sarà mai, che l’Onu resterà a casa, che l’Iraq sarà lasciato alla contesa tra l’esercito di Rumsfeld, le milizie di al Sadr e i volenterosi kamikaze di al Qaeda giunti per l’occasione. Certo, siamo in campagna elettorale e non ci sfugge il valore dell’unità. Il centrosinistra l’ha trovata nella sconfitta, che non è certo sua esclusiva, ma condivisa con l’intera sinistra europea e mondiale. Essere felici non si può, ma di questi tempi cominciamo a temere che sia bene accontentarsi.