Trenette al pesto

Ma che cos’è l’uomo, in fondo? Si affanna e non è mai contento”.
“Parli in generale Basilico? Perché Lui non mi sembrava scontento. Gli ridevano gli occhi mentre ci guardava”.
“Bella scoperta Caglio, Lui è il Direttore!”.
“Il Direttore? Con tutta quella barba che gli copre il viso e gli occhiali e la sigaretta sempre accesa? Come fanno i pensieri a formarsi nella sua mente? Eppure ne parlano tutti bene in questa casa”.
“Basilico dobbiamo essere all’altezza, soprattutto tu, non diventare scuro in volto quando con Aglio e Sale verrai pestato nel mortaio di marmo”.
“Farò del mio meglio Caglio, ma tu non stare a raccontare la tua storia perché Lui è un Direttore e di sicuro la conosce già”.
“Ti prometto che non sarò logorroico, ma le mie origini forse neppure Lui le conosce. Posso ripeterle a te così non mi confondo? Perché Lui mi intimidisce con quell’aria così severa…”.
“Va bene, ma poi voglio dirti qualcosa anch’io sulle mie origini”.
“Io vengo da molto lontano, dal neolitico, 6000 anni a. C. e l’uomo primitivo in quel periodo si trasformava da cacciatore in domatore e poi in pastore. E’ lì che ho emesso i primi vagiti”.
“Che bello Caglio, sei così antico da meritare tanto rispetto. Io invece vengo dall’Asia tropicale e dall’Africa. E’ stato un lungo viaggio per arrivare fin qui. Le api mi hanno sempre seguito ovunque perché mi amano molto. Pochi lo sanno ma l’eccessiva luminosità mi infastidisce. E poi ho sempre sete”.
“Non credi che dovremmo sbrigarci? Hai sentito? Lui ha detto che ha molta fame”.
“Certo ma prima voglio nominarlo Cavaliere Della Confraternita Del Pesto. Tu sei d’accordo?”.
“Come potrei non esserlo. Ma secondo te per ricordarsi di noi ci metterà dentro quella scatola dove vivono miglioni di cose?”.
“Benedetto Caglio, si chiama computer”.
“Va bene scusa ma so che gli altri ci sono andati”.
“Tranquillo ci andremo anche noi. Il Direttore ci tiene molto. Domanda spesso ‘A quando il prossimo Cucinati?’”.
“Che vuol dire Cucinati?”.
“Caglio tu sei ancora fermo al neolitico, è ora che ti svegli. E’ la favola più bella raccontata dentro la scatola”.
“Dentro il computer?”.
“Bravo, finalmente cominci a capire. E dentro il computer c’è un giornale e dentro il giornale c’è la favola che siamo noi”.
“Non credo di aver capito tutto ma se tu dici che devo stare tranquillo io non mi Caglio più di tanto, hai sentito? Il Direttore ha detto che ha fame”.
“Bene sbrighiamoci. Mentre io cerco l’abbandono con Aglio e il suo acre profumo (che brividi!) stritolando tra le mie foglioline i bianchi Pinoli e mi rianimo col Sale, il Parmigiano, il Pecorino Sardo”.
“Fermati, il Pecorino Sardo è la mia passione. E’ da seimila anni che sogno questo amplesso e ti prego Basilico seducilo fino al mio arrivo quando mi tufferò tra di voi”.
“Sei quasi sconcio Caglio, le favole le leggono anche i bambini”.
“Sì, scusa ma è più forte di me. Ho aspettato troppo a lungo questo momento che le mie lacrime di gioia sono bianche come quelle degli angeli”. “Noi siamo quasi pronti, Caglio. E ti dirò, anche felici”.
“Perché felici?”.
“E me lo chiedi? Intanto quelle orribili lame, come ghigliottine impazzite, che chiamano frullatori, non hanno dimora in questa casa. E poi sapere che il Direttore in persona ci ha onorato della sua attenzione fa piangere di gioia anche me con lacrime verdi”.
“Addormentati Basilico, io veglierò su di te e starò attento che con Trenette scendano in acqua Tocchetti di Patate e Fagiolini”.
“Poi insieme ad Olio vieni a realizzare il tuo sogno con Pecorino, ma fallo con discrezione. Già vedo il ghigno mefistofelico del Direttore che ci scaccia da Cucinati e incurante dei nostri lamenti ci lascia precipitare negli abissi hard, dentro la magica scatola”.