D’Alema ministro

Cara Left Wing – Ho trovato un po’ inopportuna la polemica tra D’Alema e Bertinotti per la carica di presidente della Camera. Premetto che il 9 aprile ho votato Ds e Ulivo. Penso che sia opportuno, per l’economia del governo e della maggioranza di centrosinistra, che a Bertinotti sia affidata la presidenza della Camera dei deputati. Del resto, oculatamente, Prodi, mi pare, si è mosso in questo senso. D’Alema potrebbe essere, per la sua esperienza e per la sua conoscenza della politica internazionale, un eccellente ministro degli Esteri, e avrebbe pure la visibilità che gli spetta. In questo momento abbiamo bisogno di un forte ministro degli Esteri. Per recuperare il rapporto con l’Europa e per aprire, politicamente ed economicamente, ai paesi emergenti, primi tra tutti l’India e la Cina, le relazioni con i quali sono state minimizzate dalla miope gestione della politica estera del centrodestra. Anche la nostra maggiore industria, la Fiat, ritiene fondamentali i rapporti e i mercati dell’Asia: non a caso ha accolto nel suo CdA il Signor Tata, noto industriale indiano. Per questo D’Alema dovrebbe accettare con entusiasmo e con spirito costruttivo l’incarico di ministro degli Esteri. Il Paese gliene sarebbe riconoscente.
Maurizio Kellerman – Napoli