Conservatori

Sul referendum di domenica prossima il centrodestra accusa l’Unione di rappresentare il fronte dei conservatori. La riforma taglierebbe le poltrone, darebbe più potere ai cittadini e al capo del governo da loro eletto, realizzerebbe un meraviglioso federalismo equo e solidale ma pure efficientissimo, che la sinistra non vuole perché schierata a difesa del vecchio stato centralistico, delle vecchie poltrone e dei vecchi privilegi. Entrambi i poli, poi, sostengono che solo la propria vittoria potrà favorire una riforma condivisa. Curiosa posizione, da parte di chi una riforma non condivisa l’ha già approvata e ora vorrebbe vedere confermata dal referendum. Noi che per una riforma condivisa della Costituzione siamo schierati da sempre, pertanto, voteremo No. Non certo perché parte di un fronte della conservazione che non esiste, se non in frange assai minoritarie del centrosinistra. Ma va anche detto che dinanzi a una simile accusa, i manifesti dei Ds in cui il rischio dello stravolgimento della Costituzione è rappresentato dall’oscillare di un reperto archeologico che rischia di cadere a terra in un museo – per giunta a causa della distrazione del solito dipendente statale distratto, che in quel momento è intento a parlare al telefono – ecco, non ci sono sembrati proprio un’idea geniale.