Cara Raffaella, eccoti le mie scuse

Cara Raffaella – Eccoti le mie scuse. Ero recalcitrante in privato non perché sia giocoso, orgoglioso o qualsiasi altra cosa che finisca in “oso”, bensì perché ciò di cui mi accusi è privo di ogni fondamento. Le mittenti delle email che ti hanno fatto tanto adirare sono effettivamente mie studentesse e non credo di essere responsabile dell’impazzimento generale delle italiche genti che, da qualche lustro a questa parte, hanno cominciato a chiamare le loro figlie con nomi da pornostar piuttosto che con i tradizionali e bellissimi “Maria”, “Anna”, “Vittoria” e simili. Sfidato in pubblico, tuttavia, non posso che fare ammenda per una sola, irresistibile ragione: il quieto vivere. Pertanto scusa di tutto, non lo farò mai più, dirò alle mie studentesse di scrivermi dall’indirizzo dei loro fratelli o dei loro ragazzi, o al limite di firmare le mail come Giorgio, Walter o, per dire, Rocco. Però, eccheccazzo, non bastavano il Ministro Fioroni, gli organizzatori del Tour de France e il cardinal Ruini a rendermi difficile la vitaccia? Ti ci dovevi mettere anche tu? Come ben sai, proposte di matrimonio, no, credimi, non ne ho fatte mai a nessun’altra. Non farmene pentire. Un grosso bacio
Marco Beccaria