Sipario

In questi anni abbiamo spesso definito il Partito democratico come riforma del sistema politico. Quello che sta accadendo oggi, nella sinistra radicale da un lato e nel centrodestra dall’altro, ne è la dimostrazione pratica. E’ l’effetto sistemico della scelta compiuta dagli ultimi congressi dei Ds e della Margherita. Quella che si sta aprendo, infatti, non è solo la fase costituente di un nuovo partito, ma la fase costituente di un intero sistema politico. E questo è innanzi tutto un fatto culturale, che chiama in campo nuove idee, nuovi strumenti di elaborazione e organizzazione delle forze, nuovi intellettuali e nuovi gruppi dirigenti. Ci sembra dunque il momento opportuno, dopo tanto tempo passato a perorare la causa di un simile processo di rigenerazione della politica, per prenderci una vacanza. Cosa sarà il futuro Partito democratico e chi lo guiderà lo decideranno, finalmente, coloro che a quel partito si iscriveranno, partecipando alla sua fase costituente. Non lo decideranno i giornali. E nemmeno i siti internet, ovviamente.
A chi legge, dunque, possiamo solo suggerire di non cancellarsi dalla newsletter, o magari di iscriversi proprio adesso. Nella peggiore delle ipotesi, non riceveranno alcuna e-mail. Nella migliore, tra qualche tempo, torneranno a ricevere nostre notizie. Ma quello che avevamo da dire quando abbiamo cominciato, sulla sinistra e sull’Italia, lo abbiamo detto in questi quattro anni: con l’apertura della fase costituente del Partito democratico si chiude la Seconda Repubblica, l’Italia esce finalmente dagli anni Novanta. Questo almeno è l’esito che ci auguriamo e la ragione per cui abbiamo sostenuto il progetto di un partito riformista Ds-Margherita sin dalla sua prima proposta, ben quattro anni fa.
Non è un esito scontato, lo sappiamo, e molte battaglie restano da combattere per evitare di tornare ancora una volta al punto di partenza. Ma saranno (almeno in parte) battaglie nuove, che richiederanno nuove parole e nuovi strumenti. La costruzione del Partito democratico – l’obiettivo che ci ha spinti a mettere in piedi questo piccolo sito – oggi ne è solo il punto di partenza. Ma è ormai un dato di fatto, che sta già cambiando il panorama, a destra come a sinistra. Tutte le culture e le organizzazioni della politica italiana sono dunque chiamate a verificare in questa nuova fase la loro capacità di attrarre consenso e di rinnovarsi, muovendosi finalmente in mare aperto. E così è anche per noi. Se a qualcun altro o anche solo a noi stessi il lavoro di questi quattro anni farà venire voglia di riprendere il filo, domani o dopodomani, in una forma o nell’altra, non sarà stato un lavoro inutile.