La Rai dell’Anti-casta

Di Rizzo e Stella, i fondatori del ciclo dell’Anti-casta, sono innumerevoli le imitazioni, come per la Settimana enigmistica. Ma mentre questa tiene la sua strada di sempre, i due paiono in cerca di nuovi stimoli. Tant’è che sul Corriere di oggi si occupano entrambi di Rai. Rizzo a pagina 9, per spezzare una lancia a favore della istituenda nuova testata web (quella destinata a Gabanelli), mentre Stella la sua lancia la spezza a pagina 23, a favore di una proposta di fiction bocciata dagli addetti Rai nonostante che da sette anni venga costantemente riproposta da Claudia Mori in Celentano.

Il primo, Rizzo, in coerenza – o non contradizione – con la pulsione anti-spreco propria di una genuina Anti-casta, spiega che la nuova testata non andrebbe contata come aggiuntiva; il secondo, Stella, opina invece che sotto sotto la Rai non voglia quella fiction che riguarda il gioco d’azzardo non perché noiosa, ma per lo scottante contenuto. E qui si sente il profumo anti-mafia dell’anti-casta, anche se poi il pezzo si riduce a un calcione mediatico a favore di un produttore (automaticamente a scapito della buona stella degli altri).

Entrambi gli articoli sembrano scritti, a dire il vero, con la mano sinistra, e la cosa dovrebbe parere sinistra innanzitutto alla Rai, perché non è buon segno che di te si possano occupare le firme di prestigio sì, ma nel tempo libero e con inevitabile pressapochismo. Se accade, viene il sospetto, è perché si è aperta davvero una campagna di tiro libero in cui si può sparare la qualunque su una postazione che appare indifesa. Verrebbe da dire che è giunta l’ora che l’azienda (quale che sia il significato vero del termine per una entità sospesa, all’interno, fra Cda, Presidenza e Dg, e appesa, per di più, a molteplici cappi esterni) risponda per le rime, ovviamente coi fatti e non con le parole. E il fatto, più eloquente di qualsiasi rimostranza, sarebbe mettere nero su bianco una idea di nuovo assetto strutturale dell’informazione troncando il vulnerabilissimo tira-molla-scansa che, sacrificando allo scorrere del tempo anche Verdelli, si protrae da quasi due anni.

Altrimenti, è facile profezia, tutta l’armata degli Anti-casta si getterà sul boccone Rai, reso particolarmente succulento dalla notorietà dei protagonisti che, altro che gli assessori birbantelli, almeno uno sguardo all’articolo te lo assicurano, anche degli occhi più distratti. E anche perché il giornalismo Anti-casta, come Omero, non disdegna qualche dormita fra un faldone e l’altro.