In un tempo freddo e oscuro

Ci sono molti validi motivi per leggere i primi e i meno riusciti racconti di un grande scrittore qual è certamente Joe Lansdale (sia quando le due cose coincidono, sia quando non coincidono). Il primo motivo, in tempi di sindaci scrittori “che raccontano come nessun altro il dolore e lo strazio dei sentimenti”, lo svela già il titolo della raccolta: In un tempo freddo e oscuro. Perché nei libri di questo scrittore texano troverete molte cose, dalla violenza sadica dei vicoli malfamati alla follia d’amore, fino ai dialoghi demenziali tra un bianco democratico eterosessuale e un nero gay reazionario – dialoghi peraltro di una volgarità tanto immaginifica da sfiorare il sublime – ma di sicuro, in quelle pagine, non troverete lo strazio. Corpi straziati sì, quanti ne volete. Ma lo strazio dei sentimenti non è tema adatto a un tempo freddo e oscuro come quello di cui scrive Lansdale, semmai a un tempo frivolo e appiccicoso come quello che ci tocca vivere, a noi.
Il secondo motivo per leggere i primi racconti (e i meno riusciti) di un grande scrittore sta in quello che essi contengono in nuce. E come nel racconto L’uomo della folla di Edgar Allan Poe è possibile cogliere la melodia sottile che diventerà una sinfonia nel romanzo breve Le avventure di Arthur Gordon Pym, così a chiunque abbia letto anche un solo romanzo di Lansdale basterà il titolo dell’ultimo racconto, Il tornado, per provare un brivido di piacere. E il terzo motivo per leggere In un tempo freddo e oscuro è proprio questo. Perché vale anche per gli scrittori quello che vale per i vecchi amici o i grandi amori, di cui si finisce per trovare adorabili anche i peggiori difetti. Quelli che li rendono, ai nostri occhi, unici. Il piacere di riconoscerli dalle piccole cose.
Poi ci sarebbe anche un’ultima ragione per leggere il libro: un racconto breve e singolare come Bob il dinosauro va a Disneyland. Nell’introduzione, lo stesso Lansdale lo cita osservando che magari lo svolgimento sarà un po’ eccentrico, ma il tema resta uno dei suoi preferiti: la perdita dell’innocenza. E forse anche i suoi ammiratori più affezionati, dopo averne lette le prove meno felici, si sentiranno un po’ come il piccolo Bob. Ma questo non è un buon motivo per non insistere. Proprio l’infinita varietà e l’eccentricità dei libri di Lansdale, infatti, rimangono pur sempre una delle migliori approssimazioni di Disneyland che sia possibile concedersi, passata una certa età.