Tre anni fa, nella notte tra il 19 e il 20 marzo, la coalizione guidata dagli Stati Uniti invadeva l’Iraq di Saddam Hussein, spaccando a metà tra favorevoli e contrari l’amplissima coalizione internazionale che subito dopo l’11 settembre 2001 aveva guidato l’intervento in Afghanistan e suscitando in tutto il mondo – meno che negli Usa – proteste popolari di una tale ampiezza da far scrivere al New York Times che era scesa in campo l’altra vera superpotenza superstite: quella dell’opinione pubblica mondiale. L’intervento in Iraq è stato insomma talmente controverso e talmente significativo da porsi accanto, e forse sopravanzare, l’11 settembre 2001 come evento periodizzante dell’inizio di un mondo globale postmoderno e postwestfaliano…
Anno: 2006
Cara LeftWing – Non avendo mai visto prima la trasmissione di Lucia Annunziata non so dire se, nella sua intervista...
Selma Dell’Olio, in qualità di membro della commissione competente, ha detto che non accorderà mai finanziamenti pubblici a un film...
Il punto di partenza non è mai importante.Importante è il dettaglio che scopro e ripongo nella mia valigia, il dettaglio...
Michele Salvati giudica velleitario pensare, in Italia, a un partito socialdemocratico tout court. Tra le altre cose parla – se...
Gli stadi di calcio e gli stadi dell’esistenza: l’estetico, l’etico e il religioso. E la prostituzione, che inquieta i sogni...
Sulla funzione dialettica del denaro nella prostituzione. Il denaro compra il piacere e, nello stesso tempo, diventa espressione della vergogna....
Ci sono due categorie di uomini: quelli che il 9 giugno partono per la Germania e quelli che sarebbe meglio...
Filippo Inzaghi non è elegante, non è potente, non è un virtuoso. Non è nemmeno un generoso mangiachilometri alla Gattuso,...
Truman Capote mangia omogenizzati affogati nel J&B. Prova e non riesce a riconciliare i suoi percorsi paralleli, allora decide di...
Di questi tempi in Italia si fanno scoperte sensazionali. Appena una settimana fa commentavamo l’improvvisa riscoperta dell’italianità e la riconosciuta...
Quale che sia l’esito del voto, nessuno può dubitare che dalle urne Ds e Forza Italia saranno confermati come primo e secondo partito del paese (verosimilmente in quest’ordine). Sono di gran lunga le maggiori forze politiche delle rispettive coalizioni e da oltre un decennio di quelle coalizioni determinano identità e fisionomia. Ma se molto si è discusso sui giornali delle difficoltà dei due poli e delle leadership di Silvio Berlusconi e Romano Prodi, assai minore attenzione è stata invece dedicata alla profonda crisi strategica in cui sembrano versare Forza Italia e Ds…