Lo scopo di Hillary

Finalmente Hillary Clinton ha annunciato che correrà per le presidenziali del 2008. Sebbene lo si sapesse ormai da tempo, l’ufficialità non poteva non destare in noi un certo entusiasmo. Ci aspettiamo grandi cose da lei, il che non significa che debba necessariamente vincere le primarie o le presidenziali. Se consideriamo poi che a contenderle la candidatura troveremo anche Barack Obama, i prossimi mesi si fanno luminosi per noi che guardiano alla parte più sana della politica, quella che non include la politica. Non a caso “I have a feeling it’s going to be very interesting” sono le parole con cui Hillary conclude il video che annuncia la candidatura. Certo, magari lei intendeva qualcos’altro, ma è troppo scaltra per non sapere che intanto noi abbiamo già inforcato gli occhiali, preparato tutti i videoregistratori e allertato tutte le edicole. Insomma, basta guardarsi intorno per un secondo. E’ stato sufficiente un solo brevissimo video e abbiamo già all’attivo un completino rosso e nero, un divano a fiori e le foto di famiglia sul tavolino affianco. E’ il teaser più promettente dai tempi dell’arrivo di Desperate Housewives. Forse perché mentre dal salottino cercava maldestramente di nascondere la sua indole algida e calcolatrice, abbiamo capito che le sarebbe stato molto più facile nascondere un cadavere in cantina.
Ma la nostra non è incorreggibile frivolezza. La nostra è profonda consapevolezza della serietà del momento. Perché Hillary è l’unica donna che potrebbe raggiungere quel traguardo a cui molte donne nel mondo aspirano quotidianamente. Hillary Clinton è l’unica donna che potrebbe ottenere più potere del marito riuscendo a sopravvivere. E riuscendo, perfino, a tenere in piedi il proprio matrimonio. Perché è l’unica, di fatto, a possedere un marito che possa accettare di diventare un “First Gentleman”. Questo, naturalmente, accade grazie a un solo, piccolo, insignificante particolare, ossia grazie al fatto che presidente degli Stati Uniti suo marito lo è già stato. Ma non è il caso di fissarsi sui dettagli, tanto meno sul fatto che probabilmente Bill è tuttora più potente di lei (e per questo lei può correre per le presidenziali). Quel che conta è che Hillary è la sola a possedere un marito che in cima al mondo ci sia già stato, e dunque ad arrivare più in alto non possa aspirare. Per questo le siamo infinitamente grate. Le siamo grate di avere sopportato pazientemente che la sua cornificazione fosse discussa in ogni angolo del pianeta, di avere mantenuto la calma mentre tutti intorno a lei perdevano la testa; di avere aspettato diligentemente che il mandato del marito terminasse e di avere accettato disciplinatamente di prendersi il disturbo di candidarsi al Senato. Di avere cioè avuto una visione più ampia e di avere capito che si poteva fare di quell’uomo il primo marito da accompagnamento della storia americana. E di avere fatto tutto questo solamente per noi. Per darci la soddisfazione di vedere quell’uomo sorridente giusto un passo dietro di lei che saluta con la manina. Perché per quanto riguarda Hillary, sappiamo tutte come andrà a finire, quando farà il suo ingresso nella sala ovale quell’uomo, sorridente giusto un passo dietro di lei, le dirà sottovoce: tanto io qui c’ero prima di te.