L’aperitivo delle scelte irrevocabili

Cara Left Wing,
forse ricorderai la storia di quel circolo Pd di Milano che, dovendo traslocare, pensò bene di chiedere a iscritti, simpatizzanti e più o meno chiunque avesse avuto occasione di varcarne la soglia almeno una volta un suggerimento sul nuovo nome da dare al circolo stesso. Quale motivo rendesse necessario accompagnare un cambio di nome a quello di un indirizzo mi è ancora oscuro: forse un crudele desiderio di confondere i portalettere, non so. Sta di fatto che delle cinquantadue proposte arrivate e sottoposte alla consultazione popolare quella più gradita è risultata essere “Bella Ciao”, che si è lasciata alle spalle la stupefacente e raccapricciante pletora che l’infinita fantasia e l’ineffabile tendenza all’atomizzazione del popolo-di-sinistra erano state capaci di preparare.

Così oggi questo è un circolo resistente, si direbbe. Contro chi e contro cosa non è dato sapere, e forse è persino meglio così: l’invasore nazifascista? il capitalismo? lo scioglimento dei ghiacciai polari? il Milan? la trickle down economy? Io non ho avuto cuore di chiederlo, né penso che lo avrò in futuro. Ho però un motivo di speranza, che vorrei condividere con te che sei reduce dai tuoi quattro giorni di festa (a proposito: bella, eh? A questo punto si potrebbe pure pensare di sostituire le Feste Democratiche della penisola con tanti allegri spin-off della festa di Left Wing, eventualmente sostituendo la ristorazione del Circolo degli Artisti di Roma con qualche efficiente cuocitore di salamella, giusto per mantenere qualche tradizione): la mail che è stata inviata invitandoci all’inaugurazione della nuova sede riporta il programma della giornata, che comprende la presenza di uno dei nuovi grandi talenti del partito, un aperitivo democratico (spuma da cento per tutti, I suppose), una performance di danza “sulle orme di Bella ciao”, un concerto. Seguirà happy hour.

Insomma, cara Left Wing, come abbiamo fatto a non pensarci prima? Invece che sprecare tempo cercando unità sulla linea politica, troviamola intorno agli (an)alcolici: un bicchiere per tutti, e vinciamo le elezioni da qui all’eternità.