Purtroppo

La questione delle 23 pagine facebook chiuse perché diffondevano odio, falsità e violenza, solleva molti difficili problemi: sul confine tra libertà di espressione e diffamazione, libero mercato e bene pubblico, sviluppo tecnologico e regressione civile. Dovrebbe però chiarirne, definitivamente, almeno uno: il fatto che la propaganda del Movimento 5 Stelle e della Lega, ufficiale e non ufficiale, è da anni perfettamente intercambiabile, e spesso indistinguibile, perché è sostanzialmente una sola, che sia diffusa in tv dalle trasmissioni dell’ex direttore della Padania, e attuale parlamentare cinquestelle, Gianluigi Paragone, o che viaggi sul web attraverso la costellazione di siti e profili social filoleghisti, filogrillini e filoputiniani. È una sola. Non due. Una. Stessi bersagli: Laura Boldrini, George Soros, Roberto Burioni. Stesse campagne: contro l’euro, le banche, i vaccini. Ma soprattutto stesso stile: quello stile paranoico, a sfondo surreal-complottista, che ormai abbiamo imparato a conoscere. O a ri-conoscere, perché poi non è molto diverso da quello che hanno sempre usato i propalatori di odio, sin dai tempi dei Protocolli dei Savi di Sion (non a caso recentemente rilanciati sul web da un altro senatore cinquestelle, peraltro ancora felicemente al suo posto). Quelle 23 pagine facebook, come le centinaia di altre ancora attive, ufficiali e non ufficiali, spontanee o eterodirette che siano, testimoniano per l’ennesima volta come uno solo fosse il messaggio dei populisti italiani. Il fatto che tanti politici e intellettuali di sinistra, dopo aver dato loro man forte, oggi inorridiscano dinanzi all’esito ultimo di quelle campagne e tentino in ogni modo di negare l’evidenza, non è una buona ragione per assecondarli. Lo diciamo per il loro bene, ma anche per il nostro: finché non usciranno dalla loro realtà immaginaria, non potranno nemmeno darci una mano a cambiare la realtà effettiva dell’Italia di oggi. E al punto in cui siamo c’è bisogno di tutti, ma proprio tutti. Purtroppo, persino di loro.