Il filosofo Leo Strauss ha teorizzato nel dopoguerra la nascita di una nuova figura retorica, la reductio ad Hitlerum: paragonare l’interlocutore a Hitler, o ad altro personaggio unanimemente considerato come l’incarnazione del male, squalificando così in partenza ogni sua argomentazione. Un’interessante variante dei nostri tempi di tale figura retorica potrebbe chiamarsi reductio ad antieuropeistam. Di fronte alla critica di un determinato provvedimento si risponde invariabilmente: “Ma è l’Europa che ce lo chiede”. Accusando chiunque esprima il minimo dubbio di essere contro l’Europa…

Ancora una volta, dinanzi a una manifestazione della Fiom, nei gruppi dirigenti del Partito democratico si apre la discussione sull’opportunità di aderire, partecipare, solidarizzare o meno con l’iniziativa. Ho l’impressione però che i nostri elettori facciano fatica a capire il senso di queste polemiche. Si finirà a fianco di esponenti della sinistra radicale, gli stessi che hanno fatto cadere il governo Prodi, si dice. Sarà senz’altro così, ma che c’entra? Appoggiamo un governo assieme a Sacconi e Gasparri, per le ragioni che tutti conosciamo e condividiamo, e adesso…

“Presidente, lei nella sua vita ha preso più applausi dai democristiani o dai comunisti?”, gli chiesi una volta pensando alle infinite standing ovation che ogni manifestazione del Pd, il suo partito, o dell’area di centrosinistra riservava a Oscar Luigi Scalfaro. “Indubbiamente la domanda è valida”, rispose il presidente con un guizzo di umorismo dei suoi. Disse che l’affetto che gli tributavano oggi le platee di sinistra non era paragonabile all’entusiasmo di quando era iniziata la sua vita pubblica nella Dc, ma perché era diverso il clima: il dopoguerra, gli anni della ricostruzione…

Di questi tempi il discorso pubblico sembra vittima della sindrome del “gioco a somma zero”, per cui ogni decisione politica si risolverebbe sempre in un braccio di ferro tra gruppi di pressione, forze, partiti, dove a un vincitore deve corrispondere sempre un vinto. Quindi: non è possibile fare buone riforme se non scontentando qualcuno (corollario: più sono gli scontenti migliore è la riforma); il dialogo sociale è un freno al raggiungimento di soluzioni ottimali…

Non è vero che la storia sarà più generosa della cronaca con Silvio Berlusconi, come sostiene da tempo il direttore del Corriere della sera. Lo sarà meno. L’eredità politica del Cavaliere è un’Italia sull’orlo della bancarotta finanziaria, politica e civile. Tutto considerato, le cronache dei grandi giornali sono state con lui fin troppo tenere, anche in questi giorni. In tanti, nel momento stesso in cui invitano l’opposizione a mostrare senso di responsabilità, proseguono nella loro irresponsabile campagna…

L’Italia degli anni dieci di questo secolo assomiglia per certi versi all’America degli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso, in cui gli ebrei americani si ponevano, di fronte a qualsiasi notizia, la rituale domanda: “Is it good for the Jews?” (“è una buona cosa per gli ebrei?”). La versione italiana – una specie di “ma questo va bene per i cattolici?” – è diversa: i cattolici di oggi sono una ex maggioranza, mentre gli ebrei americani di allora erano una minoranza ancora soggetta a discriminazione…

Da tempo Max Weber non è più di moda: la sua tesi sul legame tra “l’etica protestante e lo spirito del capitalismo” è sottoposta a critica da più parti, ulteriore segnale dell’eclisse di Dio dall’armamentario concettuale utile a dare ragione o almeno spiegare i meccanismi economici del mondo contemporaneo. Ma c’è una specie di odium theologicum nella nuova guerra ai poveri lanciata dai repubblicani in un’America che si appresta a celebrare il decennale di una data, l’11 settembre 2001, che l’ha ridefinita…

Sulla legge elettorale siamo tutti molto nervosi, troppo. E’ una questione sulla quale è facile trasformarsi da analisti in tifosi. Siamo tutti figli della nostra storia, e la vicenda della Seconda Repubblica, sebbene si avvii alla fine, è difficile da valutare con distacco. Tutti ricordiamo una stagione di entusiasmo e per la nostra parte anche di vittorie, legata a un nuovo modo di partecipare, all’introduzione per via referendaria del sistema elettorale maggioritario. E d’altro canto ci siamo ripetuti mille volte la litania…

Quando scrive un filosofo non hai scampo: finisci catturato nelle spire del suo ragionamento. Il filosofo è stringente, il filosofo è rigoroso, il filosofo è coerente: a lui non la si fa. Per giunta, è sempre in cerca del bene e del vero, per cui diciamolo: fortunato quel paese nel cui spazio pubblico risuona chiara e forte la voce del filosofo, maestro di color che sanno. E fortunata l’Italia, che da qualche tempo un filosofo di questa fatta ce l’ha. Si chiama Roberta De Monticelli, leggetela. Nella sua bibliografia…

Antefatto: Lucetta Scaraffia, dalle colonne del Messaggero, si rivolge a Pier Luigi Bersani a proposito del suo libro intervista “Per una buona ragione”, in cui il segretario del Pd esprime contrarietà a sancire per legge il diritto alla procreazione per le coppie omosessuali, ma accetta poi di confrontarsi con il tema di come tutelare i diritti dei minori che “di fatto” vivono e crescono con due persone dello stesso sesso. È uno “slittamento etico”, secondo l’intellettuale cattolica. In nome dell’equità…

Silvio Berlusconi voleva trasformare il voto amministrativo in un referendum sulla sua leadership e ci è riuscito. Quel referendum, però, lo ha perso. Allo stesso tempo, dentro e fuori i partiti di opposizione, in molti volevano trasformare l’ultima tornata elettorale in un referendum sulla leadership di Pier Luigi Bersani, per prenderne il posto o per sostituirlo con altri. Pure loro ci sono riusciti. E pure loro hanno perso. Adesso tocca ai referendum propriamente detti: i due questiti sull’acqua…