Intenditori

Il professor Giovanni Sartori, in diversi articoli sempre ospitati sulla prima pagina del principale quotidiano del paese, ci ha spiegato perché non funziona il bipolarismo italiano, che a noi comunque piace assai più dell’unipolarismo che c’era prima (e che qualcuno rimpiange). Poi, il 19 gennaio, ci ha spiegato perché non avrebbero mai funzionato le primarie, con queste parole a commento della vittoria di Nichi Vendola su Francesco Boccia per la candidatura a presidente della regione Puglia: “Per chi si intende di queste cose la vittoria di Vendola non è una sorpresa. La sorpresa sarebbe se Vendola vincesse la Puglia. In questi casi (…) la regola è che chi vince le primarie perde le elezioni. E’ così perché gli «intensi», i militanti, sono sempre più a sinistra, o più a destra, del loro elettorato di riferimento. Dal che consegue che al loro elettorato la loro scelta non piace. Sbaglierò, ma la scelta di Vendola faciliterà la vittoria di Fitto”. In effetti, sbagliava. Il bello però è che si sbagliava non perché Vendola non sia più a sinistra del suo “elettorato di riferimento”, ma perché il professore – fedele alle sue convinzioni – non ha tenuto in alcun conto quella dinamica che in tutta Italia ha portato tanti elettori a non votare per i candidati a loro teoricamente più vicini. Per chi si intende di queste cose, si chiama bipolarismo.