Grey’s Anatomy

Ospedali, camici e chirurghi devono essere fonte di grande ispirazione per gli sceneggiatori americani, almeno a giudicare dal numero delle variazioni sul tema che sono riusciti a realizzare. E bisogna ammettere che spesso si sono dimostrati prodotti di ottima qualità, oltre che di grandissimo successo. A riprova basterebbe ricordare due esempi completamente antitetici per genere e stile: E.R. e Scrubs. Il telefilm appena arrivato su Fox Life, Grey’s Anatomy, non fa eccezione. Questa nuova serie della Abc, rete che la scorsa stagione sembra non averne sbagliata una (e a tale proposito non dimenticate che stasera su Rai due inizia Desperate Housewives) è stata pubblicizzata come il punto di incontro tra E.R. e Sex and the city, ma a dir la verità sembra somigliare molto più al primo che al secondo. Anzi, potremmo dire che Grey’s Anatomy inizia lì dove E.R. ha miseramente fallito, soprattutto negli ultimi anni. E’ riuscita cioè a portare in primo piano, accanto all’onnipresente tema medico, la vita privata dei protagonisti. E senza perdere nulla in tensione. La protagonista principale Meredith, Izzie “la modella”, l’ambiziosa secchiona Cristina e l’ingenuo imbranato George sono quattro giovani specializzandi in chirurgia che – come da tradizione – vengono spediti in corsia senza avere la minima idea di quello che li aspetta. Ci sembrava quasi che avessero preso il primo giorno di John Carter in E.R e l’avessero moltiplicato per quattro (declinandolo anche un po’ al femminile). Anche la dottoressa Bailey, alla quale sono stati assegnati, non ha nulla da invidiare al burbero Peter Benton (non per niente l’hanno soprannominata “la nazi”). In ospedale il clima è perennemente diviso tra un timido cameratismo e un’aspra competizione, ed è proprio questo che coinvolge subito, molto più delle questioni mediche. Ben presto ci ritroviamo a fare il tifo per i quattro sventurati, che tutto sommato se la cavano molto meglio di quel che faceva a suo tempo il giovane Carter.
A parte scarpe con il tacco e unghie smaltate nella sigla iniziale, quel che rimane non sono che briciole di Sex and the city. Il tratto più riconoscibile è la voce narrante di Meredith Grey, che accompagna spesso la storia. Ma mentre Carrie aveva una rubrica a cui confessare i suoi pensieri, Meredith li racconta a sua madre, che a mala pena la riconosce a causa dell’alzheimer, ma che allo stesso tempo non potrebbe essere più presente, essendo considerata (da colleghi e superiori) una leggenda vivente della chirurgia, nonché autrice di un testo basilare di medicina: il Grey’s Anatomy.