L’inverno della Formula uno

Voi siete convinti che ieri a Melbourne sia iniziato il campionato mondiale di Formula uno, ma vi sbagliate. Il campionato inizierà a Imola, come al solito, il 24 aprile. Quella che si è corsa ieri è una delle ultime tappe di quello che potremmo chiamare il campionato invernale, trofeo di recente istituzione. Da qualche anno infatti, subito dopo la chiusura del campionato ufficiale, quello vinto da Schumacher e dalla Ferrari, se ne corre un altro. Scopo non dichiarato, cambiare le carte in tavola in modo da evitare che le rosse ammazzino il campionato nella culla. Nelle prime corse della stagione successiva si tirano le somme.
Tener botta nel campionato dei regolamenti e delle beghe tra team è fondamentale per piazzarsi bene in quello che si corre in pista. Fino ad oggi i rivali della Ferrari erano stati costretti a masticare amaro, ma quest’anno si sono sbizzarriti. Doppia sessione di prove al sabato e alla domenica con somma di tempi, motori da usare almeno per due gare con la risibile scusa di contenere i costi, un solo treno di gomme per tutto il week end, terza macchina in pista (il venerdì) per i team che nell’anno precedente non si erano classificati tra i primi quattro (ma non si doveva risparmiare?) e così via. C’è il fondato timore che, se Ecclesone e Mosley vedessero una puntata di Amici di Maria De Filippi, potrebbero trarne ispirazione, e mettere in sfida due piloti ogni settimana contro virgulti dell’automobile club di Tirana, o riunire la “commissione” e cambiare il regolamento tre o quattro volte durante il campionato. A che punto si stia ora non è chiaro: la vittoria in Australia è andata a Fisichella sulla Renault di Briatore, ma Barrichello è arrivato secondo con un’ottima rimonta, e Schumacher si è dovuto ritirare a causa di un tamponamento dopo una gara inziata in fondo alla griglia.
Comunque sia di una sola cosa siamo sicuri: per quanto possa essere noiosa la Formula uno dominata da Schumacher preferiamo un sonno riposante alla costante acidità di stomaco che i gran premi ci procuravano quando la Ferrari perdeva. Fosse per noi, continueremmo a dormire sulla poltrona per un’altra decina d’anni.