Una faccenda grave

Amici miei, siamo di certo molto lieti nel vedere ciascuno di voi qui questa sera. Siamo qui stasera per una faccenda grave. In un senso generale, siamo qui perché prima di tutto e innanzi tutto siamo cittadini americani, e siamo decisi ad esercitare la nostra cittadinanza nel suo significato più pieno. Siamo qui anche a causa del nostro amore per la democrazia, perché abbiamo la radicata convinzione che la democrazia, quando da un fragile foglio di carta si traduce nella concretezza di un atto, è la migliore forma di governo che esista sulla terra.[…] E voglio dire che non siamo qui per far ricorso alla violenza. Non lo abbiamo mai fatto. Voglio che sia noto in tutta Montgomery e in tutta la nazione che siamo cristiani. Crediamo nella religione cristiana. Crediamo negli insegnamenti di Gesù. L’unica arma che abbiamo nelle nostre mani stasera è l’arma della protesta. È tutto. E certo, certo, questa è la gloria dell’America, pur con tutti i suoi difetti. Questa è la gloria della nostra democrazia. Se fossimo chiusi dentro la cortina di ferro di una nazione comunista non potremmo far questo. Se fossimo caduti nella prigione di un regime totalitario non potremmo far questo. Ma la grande gloria della democrazia americana è il diritto di protestare per i diritti. Amici miei […], non ci saranno croci bruciate, in nessuna fermata degli autobus di Montgomery. Non ci sarà alcuna persona bianca spinta fuori dalla sua casa e portata in una strada appartata per essere linciata per non aver cooperato. Non ci sarà fra noi alcuno che si alzerà per sfidare la Costituzione di questa nazione. Noi ci siamo riuniti qui solo a causa del nostro desiderio di vedere esistere il diritto.
(Martin Luther King, 5 dicembre 1955)

a cura di Massimo Adinolfi