L’Alen Boksic del pattinaggio artistico

Venerdì sera Carolina Kostner è scesa in pista a Calgary per l’esercizio obbligatorio dei campionati mondiali di pattinaggio artistico. Parte la musica di Ennio Morricone – Mission – come alle recenti Olimpiadi. Carolina inizia a pattinare, con la consueta grazia. Primo salto – un triplo Flip – e atterrando Carolina si trova a misurare la pista col culo. Come alle recenti Olimpiadi. Il primo pensiero, maligno, è che la caduta allora fa proprio parte del programma. Il secondo è che dovrebbero lasciarla un po’ in pace, quella ragazza. La questione è semplice: Carolina Kostner è una ragazza giovane (19 anni) che ha già ottenuto in carriera dei risultati notevoli (un bronzo mondiale e uno europeo). Questo fa di lei una promessa. Può essere lasciata sbocciare, o può essere recisa.
Farne la portabandiera della squadra olimpica, creando attorno a lei un’enorme aspettativa, non è stata una grande idea. Ancora meno lo è stato, dopo la prima delusione olimpica, parlare di “oro dell’eleganza” e cose simili. Quasi a toglierla dal confronto con le altre, quelle che incomprensibilmente hanno portato a casa le medaglie vere. La ragazza di Ortisei è certamente incantevole, e ha una grazia, evidenziata da una corporatura longilinea, che anche i profani come noi notano immediatamente. Ma il pattinaggio di figura è fatto di elementi tecnici, di esecuzioni, di somme di punteggi e di detrazioni. Di salti, soprattutto. Axel, Flip, toe-loop, quei nomi che tutti impariamo a riconoscere ma non a distinguere. Dire che Carolina sarebbe la migliore di tutte, se solo risolvesse i suoi problemi coi salti, è come dire di un centravanti che sarebbe un fenomeno, se solo sapesse tirare in porta. Alen Boksic, ricordate? Se ne ricordano anche alla Juve, e non esattamente con rimpianto. Per lo stesso motivo la “delusione” dopo il dodicesimo posto di Calgary è eccessiva e ingenerosa.
Chi ha deluso non è Carolina Kostner. E’ la proiezione della campionessa che ancora non è, e che con troppi occhi addosso rischia di non diventare mai. Lasciatela tranquilla, lasciatela lavorare su ciò che ancora le manca per rimanere stabilmente nel gruppo delle migliori, e i risultati torneranno. Spontaneamente, come sono svaniti. Diversamente ci si ritroverà con l’ennesima promessa incomprensibilmente inesplosa. Sarebbe un peccato e lo spreco di un indubbio talento. Per fare la modella, e aggiudicarsi l’oro dell’eleganza, avrà comunque tempo. Dopo.