I doveri civili di Raoul Bova

La vita ci costringe a fare delle scelte. E’ un aspetto fastidioso, ma purtroppo inevitabile. Ed è quello che deve aver pensato il povero Raoul Bova quando ha deciso di lasciare la serie americana nella quale stava lavorando. Una scelta sofferta, senza dubbio. Le produzioni americane e quelle italiane, come noto, sono due universi paralleli che raramente si incontrano. Per questo, quando abbiamo saputo che Raoul Bova avrebbe fatto parte del cast di “What about Brian”, abbiamo gridato al miracolo. E non dubitiamo che l’abbia fatto anche lui. Partecipare a una serie di successo in America può significare un’immediata popolarità, e non solo negli States. A riguardo – per dire – chiedete a George Clooney (certo, essere George Clooney poi aiuta, ma non è il caso di concentrarsi sui dettagli). La sua oltre tutto non era solo una piccola apparizione, era un ruolo fisso nel cast. E “What about Brian” si annunciava una delle produzioni più promettenti della stagione. Il suo creatore infatti è l’ormai celebre J.J. Abrams, che al momento sta facendo impazzire milioni di appassionati con “Lost”. Tutto sembrava dunque andare per il meglio, perlomeno finché il telefilm non è andato in onda. Infatti sono bastate cinque puntate per capire che la serie non funzionava. Gli ascolti – seppure non pessimi – erano parecchio inferiori alle aspettative. Non per nulla sembrava quasi scontato che la serie non sarebbe stata confermata per il prossimo anno. Ma le logiche dei palinsesti sono incomprensibili a noi umani e all’ultimo minuti la Abc ha deciso di dare alle serie una seconda possibilità, programmando altri tredici episodi per settembre. Passano pochi giorni dall’annuncio e arriva la notizia che Bova non sarà nel cast della seconda stagione. Se ne potrebbe concludere che non appena le cose hanno cominciato ad andare male, il primo a saltare è stato lui. Sbagliato. In una nota di agenzia è lo stesso Raoul Bova a farci sapere come sono andati davvero i fatti: “Ai primi di luglio parte il progetto Mediaset di Nassiriya di Michele Soavi e ho sentito la responsabilità di fare questa miniserie che coincideva proprio con le riprese del telefilm americano”. La vita, d’altronde, è fatta di priorità. Ed è stato allora – ha precisato Bova – che ha chiesto alla produzione americana se poteva rinunciare. E la risposta degli americani è stata: “Sì”.