La democrazia che si organizza

Se è vero che tutti gli uomini sono filosofi, come diceva Antonio Gramsci, in quanto ognuno di noi nel corso della vita assume, interpreta e rielabora una concezione del mondo che è sempre e inevitabilmente, anche nei collage più originali e con i materiali più disparati, un prodotto dell’ambiente esterno; se è vero che tutti gli uomini sono uomini di partito (come abbiamo già avuto modo di dire, qui) non soltanto per le infinite reti di relazioni che oggi attraversano la società e dettano la loro linea tramite variopinte aristocrazie di tecnici, professori e illustri personalità, ma innanzi tutto perché è sul terreno delle ideologie che gli uomini prendono coscienza dei conflitti di struttura (e si schierano); se è vero che in Italia, a causa della debolezza dei partiti e della politica, questo intreccio di interessi e ideologia assume proporzioni ben più rilevanti che altrove, fa massa critica e si fa partito esso stesso; se tutto questo è vero, ne consegue allora che la costruzione di un Partito democratico e la lotta per la ricostruzione dei canali fondamentali della democrazia, nell’Italia di oggi, altro non è che una nuova tappa nella lotta per la ricostituzione del primato della politica. E che questa lotta è innanzi tutto battaglia culturale, perché è dalla libera circolazione delle idee che vengono la circolazione e il ricambio delle classi dirigenti, e non il contrario. Quando avviene il contrario, come purtroppo è avvenuto tante volte nella storia d’Italia, non si hanno né circolazione delle élite né ricambio delle classi dirigenti, ma solo trasformismo e camaleontismo.
La fase costituente del Partito democratico offre dunque l’occasione di partecipare a questa battaglia, e cioè l’occasione di vincerla o di perderla una volta per tutte. Ma se è vero che tutti gli uomini sono filosofi e che tutti i filosofi – così intesi – sono uomini di partito, allora è vero anche che ognuno di noi è dirigente di qualche cosa e di qualcuno, da qualche parte. E questo allora è il momento di organizzarsi, per partecipare con idee nuove e con nuovi strumenti alla fase costituente aperta dai congressi di Ds e Margherita, ognuno dove riterrà più opportuno e nel modo che riterrà più utile. In qualche modo e da qualche parte, inevitabilmente, ci saremo anche noi.