La Bolkestein del sesso orale

Ci sono due categorie di uomini: quelli che il 9 giugno partono per la Germania e quelli che sarebbe meglio lo facessero, se comunque devono passare il mese successivo in stato di catatonia mentale, interrotto soltanto da richieste bisillabiche per la soddisfazione dei bisogni elementari.
Per i primi, è previsto l’arrivo di decine di migliaia di prostitute, che dovranno trovare decorosa sistemazione nei bordelli cittadini, legali dal 2002. Il più comodo sembra essere l’Artemis, a pochi passi dall’Olympiastadion di Berlino. Settanta euro per entare – siate clienti o professioniste – poi gli uni prendono accordi sulla singola prestazione, le altre hanno a disposizione una camera, pasti gratuiti e l’uso della palestra.
Il problema è che le previsioni sull’enorme afflusso di prostitute da ogni angolo del pianeta hanno messo in serio allarme il Parlamento europeo e i vertici della Commissione, i quali evidentemente non ritengono che la direttiva Bolkestein sia applicabile anche a questo genere di servizi. Ma il commissario italiano Frattini ha preso subito una posizione netta e per noi pienamente condivisibile: per risolvere il problema occorre intervenire sulla domanda.
Al di là delle legittime preoccupazioni per garantire a queste signore sicurezza e ogni comfort – ondate di uomini trafelati e ubriachi, spesso neanche di ottimo umore – la notizia è rassicurante. Ci stanno dicendo che il sesso, durante i mondiali, va regolamentato. Anche per quelli che rimangono a casa. Non importa quante apnee da calci di rigore siano costretti a superare in quelle dannate quattro settimane, pure abbondanti. Quanti anniversari dimenticati, quante briciole sparse sul divano, quante bottiglie vuote sul balcone. Abbiamo ancora un’arma, la più antica e la più potente di tutte. E nessuna pietà.
L’unico modo per sopravvivere ai mondiali – e trarne giovamento, sul lungo periodo – è di specializzarsi nella pregevole arte del pompino. Non facciamoci illusioni, sfilate provocanti in lingerie di lusso non possono sortire nessun effetto: lui guarda altrove. È necessario agire all’improvviso. Nell’intervallo, se siete creature di buon cuore – e lui non si è macchiato di azioni particolarmente nefaste. Il vantaggio è che, una volta cominciato il secondo tempo, risulta scongiurata ogni possibilità per cui lui possa notare la miracolosa moltiplicazione di scarpe nell’armadio. Oppure, per solutrici più che abili, prendete in mano la situazione esattamente all’inizio di un secondo tempo supplementare di una qualche rilevanza. Quale che sia, non è difficile da individuare: basta contare le birre o gli improperi. Se ha invitato un’orda di sciamannati con bandiere, e vi sentite discrete, cercate di trascinarlo in un’altra stanza con una scusa. Pericoloso – essenzialmente per l’autostima – fingere un malore; denunciate piuttosto l’improvviso stato di calamità del frigorifero.
Un’ultima raccomandazione: tenete il conto. Pregustate il languore di afosi pomeriggi d’agosto in cui l’unico a doversi muovere sarà lui. E non potrà certo cavarsela in un quarto d’ora.