Domani uscirà in libreria un piccolo esempio di battaglia politico-culturale: “In alto a destra”. Un libro che sembra fatto apposta per attirarsi le solite, facili e non benevole ironie – quando va bene – che accompagnano qualsiasi iniziativa venga da quel gruppo di politici e intellettuali che si muove attorno a Gianfranco Fini, da parte dei più accesi e acritici sostenitori di Silvio Berlusconi. E non solo. Dal nome del curatore (Giuliano Compagno, scelto per il compito a bella posta), a quello dell’editore…

I commenti alla condanna di Silvio Berlusconi nel processo definito “diritti Mediaset” si sono concentrati molto su Berlusconi, poco su Mediaset e quasi per niente sul loro ruolo nell’industria italiana...

La prendo alla lontana. Nel settembre del 1966, sui Quaderni piacentini, Sebastiano Timpanaro propose questo bell’esempietto: “La posizione del marxista odierno, a volte, sembra simile a quella di chi, standosene al primo piano di una casa, dicesse rivolto all’inquilino del secondo piano: «Lei crede di essere autonomo, di reggersi da solo? Si sbaglia! Il Suo si regge solo perché poggia sul mio, e se crolla il mio, crolla anche il Suo…»