Marco Damilano, nel suo “Il partito di Dio” (Einaudi 2006) compie una ricognizione della situazione attuale della Chiesa italiana attingendo ai canoni dell’analisi politica. Il libro è infatti un reportage giornalistico di fine mestiere sulla “nuova galassia dei cattolici italiani”. In realtà la crosta sottile del confezionamento professionale fa trapelare di frequente l’appassionata militanza dell’autore, dalla parte dei cattolici democratici, nella lunga battaglia politica che ha attraversato tre decenni di vita della Chiesa italiana…
E’ presto per dire se l’acquisto di Bnl da parte di Bnp segni il ritorno di Mediobanca al comando della finanza italiana, dopo il ridimensionamento dell’Istituto seguito alla morte di Enrico Cuccia e dopo i conflitti tra soci bancari e management che, composti con un fragile compromesso, hanno portato alla sostituzione di Maranghi e al congelamento della pratica Generali. Certo, nella sorprendente conclusione della contesa su Bnl si è intravisto qualcosa dell’antica scuola…
Le ragioni e i confini della sovranità politica sono in tumultuosa trasformazione nel mondo di oggi. Sotto la spinta di fenomeni epocali – raggruppati in modo semplicistico e un po’ ideologico nel termine “globalizzazione” – tali ambiti sono mutati, anche se non tanto in modo formale (i confini degli stati sono sempre quelli) quanto in modo sostanziale e materiale. Esemplificazione massima di questo fenomeno sono appunto le elezioni americane…
La riforma della legge elettorale pone questioni di inquadramento teorico relative al tema della comunicazione politica. Il giudizio negativo verso la riforma proporzionale, rafforzato dall’indubbio valore maggioritario dei quattro milioni delle primarie, è da affrontare…
Kim Kardashian è una ventisettenne americana di ottima famiglia – il padre fece parte del dream team di avvocati che salvò O.J. Simpson dall’ergastolo – nota per la una propensione verso gli artisti della scena hip-hop e per essere una presenza fissa alle feste dello star system. Per la verità Miss Kardashian non è nota, tranne forse ai più attenti lettori della Page Six del New York Post, ma lo sarà presto, perché un video privato che la ritrae mentre fa sesso con il rapper Ray J minaccia di venire diffuso da un momento all’altro, e perché la Vivid Entertainment – la Fox del porno, per capirci – ha pagato un milione di dollari per acquistare il video in questione da una non meglio specificata terza parte…
Se il Medio Oriente è in subbuglio, e lo è davvero, questo accade perché sta ridefinendo la propria identità. Del resto, non poteva essere altrimenti, sotto la spinta di una guerra come quella irachena, l’ascesa degli sciiti e la conseguente forza anche elettorale acquisita dall’Islam politico radicale. E nel Medio Oriente definire le identità significa insieme definire i confini. Non solo quelli tra gli stati e tra le etnie…
Il risiko italiano non ha deluso le aspettative di chi ha puntato le sue carte sul rinnovo del patto di Mediobanca a marzo, e sull’assemblea di Generali ad aprile. La maxi espansione della galassia bresciana che si raccoglie intorno alla callida guida del professor Giovanni Bazoli ha suscitato reazioni, dopo mesi e mesi di apparente acquiescenza generale, e ora che gli eserciti si mettono in campo per sbarrarle la strada si tratta di capire se siamo in procinto di mere manovre d’interdizione…
Forse Marcello Lippi, quando ha stilato la lista dei rigoristi al termine di quei centoventi, terribili minuti contro la Francia, ha pensato a Fabio Grosso e a come il destino, talvolta, si diverta a scegliere strumenti insospettabili per portare a compimento i suoi disegni. Grosso, il terzino scoperto dal Perugia di Gaucci in mezzo a mediani finlandesi e a difensori iraniani, membro di una difesa – quella del Palermo – convocata in blocco nonostante gli oltre cinquanta gol…
Che le cose in Iraq, a tre anni dall’inizio della guerra, non stiano andando secondo le previsioni sta diventando senso comune anche negli Usa. Tanto da cominciare ad avere forti riflessi politici interni. Dapprincipio sono stati gli analisti a registrare la necessità di una svolta: per Kenneth Pollack “la ricostruzione in Iraq non è condannata a fallire, ma l’Amministrazione Bush non ha ancora una strategia che ha probabilità di riuscire”. Nel rapporto, intitolato “Una nuova strategia per l’America in Iraq”, si scrive poi che ci sono “due problemi separati ma interrelati: una insurrezione e uno stato ‘fallito’; gli Stati Uniti hanno devoluto considerevoli energie e risorse a combattere l’insurrezione, ma usando una strategia sbagliata. Comunque ancora più dannoso è stato il fallimento nel ricostruire lo stato iracheno ‘fallito’...
Quale che sia l’esito del voto, nessuno può dubitare che dalle urne Ds e Forza Italia saranno confermati come primo e secondo partito del paese (verosimilmente in quest’ordine). Sono di gran lunga le maggiori forze politiche delle rispettive coalizioni e da oltre un decennio di quelle coalizioni determinano identità e fisionomia. Ma se molto si è discusso sui giornali delle difficoltà dei due poli e delle leadership di Silvio Berlusconi e Romano Prodi, assai minore attenzione è stata invece dedicata alla profonda crisi strategica in cui sembrano versare Forza Italia e Ds…