Il rapporto tra politica e filosofia si mostra nell’accusa che generalmente viene mossa a entrambe dal cosiddetto senso comune, e dai suoi più o meno ingenui – spesso furbissimi – rappresentanti. Si mostra, intendiamo, nell’opinione diffusa che la politica, così come la filosofia, consista essenzialmente in chiacchiere inconcludenti. Fumisterie intellettualistiche nella migliore delle ipotesi, specchietti per le allodole nella peggiore. Già Benedetto Croce parlava con disprezzo della “credenza che le filosofie siano simili a invenzioni ingegnose e cervellotiche, o a fantasticherie…
Pubblichiamo qui l’intervento di Piero Fassino al Comitato centrale del Partito comunista italiano (Roma, 20-24 novembre 1989), nell’ambito del dibattito suscitato dalla proposta del segretario Achille Occhetto di dar vita a un nuovo partito della sinistra.
Anni or sono, ricordando come lo statuto dei lavoratori era stato approvato dopo la morte di Giacomo Brodolini, suo vero padre, Gino Giugni ha scritto che l’adozione definitiva di questa grande riforma si dovette al fatto che Donat Cattin, della sinistra cattolica, aveva portato a termine quanto il “socialista ministro” (e, ci teneva a specificare, non “ministro socialista”) aveva lasciato incompiuto per la sua prematura morte…
L’enciclica Deus caritas est rappresenta un documento sorprendente sotto molti aspetti. Da un dottore della Chiesa salito alla Cathedra ci si attendeva una prima enciclica di orientamento dottrinario e dogmatico, mentre abbiamo di fronte agli occhi un documento…
Berlusconi ha perso, non per l’esito delle elezioni, ma per lo stesso motivo per il quale Garibaldi ha vinto. Ovvero: in Italia, così come non si può parlare male di Garibaldi nonostante la sua fine politica e militare ingloriosa, non si può parlare bene di Berlusconi. Il quale, in altre parole, non è riuscito a far diventare cultura il suo credo, la sua posizione politica, le sue idee. E pertanto ancora oggi, dopo dodici anni di berlusconismo, per molti Berlusconi non è stato altro che il punto d’incontro di interessi, di malaffare, di indecenza umana e politica, e non piuttosto, come io credo sia stato, innanzitutto e perlopiù il portatore di alcune (buone) idee per l’Italia…
Rich è un bambino ricchissimo che possiede beni fuori dal comune: tra gli altri un’astronave d’oro, una barca a vela e un campo da baseball. Tuttavia i soldi non fanno la felicità e Rich si ritrova spesso a dover affrontare la solitudine…
Tra le domande più interessanti alle quali negli ultimi giorni il premier Silvio Berlusconi non ha risposto, per chi qui scrive una batte tutte le altre, grazie all’interesse che assume nell’intreccio dei “poteri veri” italiani. Che non sono – ohimé – quelli che si decideranno nell’aspro scontro politico elettorale. Ma sono quelli del “cuore debole” dell’asfittico intreccio banco-industriale italiano. La domanda è chiara, fatta questa premessa: perché Fininvest è salita fino all’1% in Capitalia, rafforzandone il patto di sindacato e inviando il suo amministratore delegato…
E’ presto per dire se l’acquisto di Bnl da parte di Bnp segni il ritorno di Mediobanca al comando della finanza italiana, dopo il ridimensionamento dell’Istituto seguito alla morte di Enrico Cuccia e dopo i conflitti tra soci bancari e management che, composti con un fragile compromesso, hanno portato alla sostituzione di Maranghi e al congelamento della pratica Generali. Certo, nella sorprendente conclusione della contesa su Bnl si è intravisto qualcosa dell’antica scuola…
Sta accadendo qualcosa di grosso nel pensiero occidentale: una rivoluzione epocale nella concezione del tempo. Sto parlando, naturalmente, di quel che avviene nella giustizia sportiva. Quella che sta mettendo a processo Moggi & soci. Quella che ha escluso Ivan Basso dal Tour de France. Il metodo della giustizia sportiva, infatti, dischiude una precomprensione della temporalità sulla quale nessuno, a quanto ne so, ha finora riflettuto abbastanza…
Torno a occuparmi di Giovanni Consorte, perché più si dipana la sua incredibile vicenda giudiziaria più è evidente ciò che su questo sito ho scritto diverse volte, a cominciare dalle ben note vicende finanziarie del 2005: sulla testa di Consorte continua a essere brandita una spada giudiziaria che ormai ha tutti gli estremi per essere definita intimidatoria e persecutoria, per un duplice fine. Il primo è quello che lo riguarda personalmente, ed è volto a farlo uscire per sempre…