In Germania la crisi dei socialdemocratici è tema di dibattito quotidiano. Da quando Kurt Beck ha autorizzato l’Spd a stringere accordi con la Linke (la sinistra radicale) anche nei Länder dell’ovest – una mossa che in campagna elettorale aveva esplicitamente escluso – l’Spd continua a perdere consensi. Ma tutti si affannano così testardamente attorno alla malconcia Spd, tutti sono così impegnati…

Nella nuova stagione, nel nuovo bipolarismo, ma soprattutto nel nuovo partito che Walter Veltroni ha guidato alle elezioni del 13 e 14 aprile, a quanto pare, non è previsto il dissenso. Non sono ammesse critiche da parte di eletti, elettori o dirigenti del Pd, che sarebbero un segno di resistenza al cambiamento, manovre di apparato, trame di palazzo. Insomma, un complotto. E non sono ammesse critiche neppure dalla stampa…

In un’intervista di oggi all’Unità – che lo definisce “fedelissimo del segretario” – Giorgio Tonini dice che Walter Veltroni ha fatto benissimo a proporre un congresso, perché “dobbiamo evitare un pericolo mortale: una lunga fase di mugugni e mezze recriminazioni, sassi lanciati e mani nascoste”. Pienamente d’accordo con lui, sottoponiamo il seguente articolo a quella “discussione ampia e approfondita”…

La discussione “ampia e approfondita” che il Partito democratico, dopo la sconfitta, ha finalmente deciso di avviare, dovrebbe partire da una premessa. Questa: sostenere che il risultato delle politiche è stato un successo o un mezzo successo, come continua a fare Walter Veltroni, non aiuta. Di sicuro non ha aiutato nel ballottaggio di Roma, dove un diverso atteggiamento forse non sarebbe stato sufficiente per vincere…

Alla shadow victory, giustamente, segue uno shadow cabinet. A una campagna elettorale in cui il partito è stato ridotto all’ombra del candidato premier, segue una segreteria nominata direttamente dall’ombra di un leader politico: un segretario fantasma che presenta il nuovo organigramma in conferenza stampa, senza nemmeno fingere di sottoporlo prima alla direzione, già convocata per questa settimana…

Poche posizioni sono sembrate così indiscusse nel dibattito pubblico italiano dell’ultimo quindicennio come la tesi che la politica dovesse liberarsi di ogni residuo elemento ideologico. Il merito principale dell’ultimo libro di Natalino Irti (“La tenaglia. In difesa dell’ideologia politica”) è rappresentato dalla sfrontatezza intellettuale con la quale questo luogo comune viene messo in discussione. Una sfrontatezza che solo la vera cultura può consentirsi…

“La necessità non è una situazione oggettiva, implica soltanto un giudizio o una valutazione personale. In fondo, sono straordinarie e urgenti solo le situazioni definite tali”. Misuriamoci con questa molto filosofica considerazione, senza rivelare, per ora, se sia tratta dalla dialettica trascendentale di Kant o dal saggio sul concetto del politico di Carl Schmitt. E domandiamo: davvero, “in fondo”, le cose stanno così? Bisogna essere…

All’assemblea costituente del Pd, Gianni Cuperlo ha parlato di una vecchia foto di famiglia che da troppo tempo rappresenta il gruppo dirigente, sempre lo stesso da quindici anni. Un gruppo dirigente che oggi dovrebbe dunque preoccuparsi innanzi tutto di favorire l’emergere di nuovi protagonisti, e poi farsi da parte. La tesi non è nuova, ma è naturale che torni a imporsi dopo la sconfitta elettorale, e soprattutto dopo il dibattito…

La prima volta che l’ho sentita, questa storia dei giovani che dovrebbero prendere il potere e salvare la situazione perché guarda com’è ridotta l’Italia, ero giovane. Il bello è che erano giovani pure loro. Magari un giorno lo racconteremo ai nostri nipoti: sai, piccino, io ho visto un tempo in cui i giovani erano giovani. Il primo sospetto mi venne quando Mario Adinolfi smise di parlare di “under qualche cosa”…

Il tema della riforma elettorale è stato costantemente al centro della lunga transizione italiana, e il modo con cui è stato affrontato ha contribuito non poco ad ostacolarne l’approdo verso una moderna democrazia dell’alternanza di tipo europeo. L’incapacità del vecchio sistema dei partiti di trasformarsi per tempo e le modalità del suo crollo repentino hanno infatti contribuito all’affermazione di un approccio ideologico a questo tema…

A chi ha a cuore le sorti del Partito democratico, il lento trascorrere del mese di agosto non ha risparmiato le preoccupazioni; non tanto per le molte polemiche che hanno riempito le pagine dei giornali, quanto per gli argomenti con cui sono state affrontate dai dirigenti del Pd. A Eugenio Scalfari e a Nanni Moretti che lamentavano la scomparsa dell’opinione pubblica, ad esempio, si sarebbe potuto rispondere che per il Partito democratico…