La prima conseguenza positiva del voto del Senato sulla Finanziaria è che le scadenze temporali si sono allungate almeno un po’. Un governo interamente consegnato alle cronache delle sue giornate parlamentari difficilmente passa alla storia. Ma anche un’opposizione il cui respiro politico non va al di là della prossima votazione e, quando questa non dà gli esiti sperati, non sa fare altro che dare appuntamento alla votazione successiva…

Secondo me è giusto votare sì al referendum elettorale. O meglio, è giusto farsi largo e cercare di costruire le condizioni perché un buon risultato del sì possa poi essere speso in una buona battaglia riformista. La tesi contraria è in apparenza più semplice: restando alla lettera dei quesiti, il premio di maggioranza viene trasferito dalla coalizione al partito primo classificato, dunque si crea un sistema non molto dissimile dalla legge Acerbo, con l’aggravante dell’innalzamento della soglia di sbarramento…