Le ragioni e i confini della sovranità politica sono in tumultuosa trasformazione nel mondo di oggi. Sotto la spinta di fenomeni epocali – raggruppati in modo semplicistico e un po’ ideologico nel termine “globalizzazione” – tali ambiti sono mutati, anche se non tanto in modo formale (i confini degli stati sono sempre quelli) quanto in modo sostanziale e materiale. Esemplificazione massima di questo fenomeno sono appunto le elezioni americane…
Ripubblichiamo qui il documento dei sessanta parlamentari cattolici della Margherita, uscito l’8 febbraio 2007, che fu determinante nel respingere – anche se solo temporaneamente, purtroppo – l’offensiva dei teodem rutelliani e di quanti assieme a loro cercarono di far saltare il disegno di legge sulle coppie di fatto (Dico). Lo ripubblichiamo qui, oggi, a dimostrazione di quale sia la concezione della laicità che unisce Margherita e Ds, al di là delle distinzioni pretestuose, strumentali o ideologiche delle rispettive minoranze e degli opposti fanatismi. A volte, in politica, le sconfitte uniscono più delle vittorie. Con questo auspicio invitiamo a rileggere il documento.
Dopo molti anni di stagnazione e continuità, oggi il Libano vive una fase di cambiamento. Tutto inizia il 14 febbraio scorso, quando l’ex premier oramai antisiriano Rafiq Hariri salta in aria. La “pax siriana” – in vigore dalla fine della guerra civile con gli accordi di Ta’if del 1989, che avevano ufficializzato l’appartenenza del Libano, rimasta sempre informale, al sistema della “Grande Siria” – non regge infatti alla scossa prodotta dall’esplosione di quell’attentato, e va in pezzi. Non sembri strano: il sistema era già assai indebolito…
Torno a occuparmi di Giovanni Consorte, perché più si dipana la sua incredibile vicenda giudiziaria più è evidente ciò che su questo sito ho scritto diverse volte, a cominciare dalle ben note vicende finanziarie del 2005: sulla testa di Consorte continua a essere brandita una spada giudiziaria che ormai ha tutti gli estremi per essere definita intimidatoria e persecutoria, per un duplice fine. Il primo è quello che lo riguarda personalmente, ed è volto a farlo uscire per sempre…
Quale che sia l’esito del voto, nessuno può dubitare che dalle urne Ds e Forza Italia saranno confermati come primo e secondo partito del paese (verosimilmente in quest’ordine). Sono di gran lunga le maggiori forze politiche delle rispettive coalizioni e da oltre un decennio di quelle coalizioni determinano identità e fisionomia. Ma se molto si è discusso sui giornali delle difficoltà dei due poli e delle leadership di Silvio Berlusconi e Romano Prodi, assai minore attenzione è stata invece dedicata alla profonda crisi strategica in cui sembrano versare Forza Italia e Ds…
Si dice ormai da molto tempo e da molte parti che la politica non riesce più a interessare, appassionare, coinvolgere. Lo stadio vuoto, come nella metafora più citata…
Mi sono fatto l’idea che una piccola cosa come il congresso dei Ds del Lazio abbia rappresentato lo scontro fra due modi di fare politica. E quindi anche di concepire il Partito democratico. Da una parte c’è chi attribuisce valore alle storie politiche che tentano di confluire nel Pd, tentando di portarci il modo in cui queste storie si sono organizzate nella società. Per costoro non è un problema, peraltro, fare congressi ds e poi anche dedicarsi, all’esterno, al movimento dei cittadini che vogliono entrare nel Partito democratico…
Di questi tempi il discorso pubblico è letteralmente impestato di richiami ai valori e di lamentazioni sulla decadenza dei costumi. Ci piacerebbe pertanto che il manifesto del Partito democratico, cui lavorano tante illustri personalità, desse almeno un timido segnale di riscossa intellettuale e morale. Ci piacerebbe, anzitutto, che fosse un manifesto. Il che significa conciso abbastanza da poter essere affisso alle pareti e negli appositi spazi, senza bisogno di stamparne il testo in caratteri minuscoli. E scritto con parole comprensibili e chiare a tutti, senza bisogno di note esplicative in fondo…
Pubblichiamo qui l’intervento di Fabio Mussi al Comitato centrale del Partito comunista italiano (Roma, 20-24 novembre 1989), nell’ambito del dibattito suscitato dalla proposta del segretario Achille Occhetto di dar vita a un nuovo partito della sinistra.
A metà degli anni novanta, l’esito politico della vicenda di mani pulite e più in generale della crisi dei partiti della prima repubblica comportò uno spostamento massiccio di consensi dal campo delle forze democratiche…