Non contento di aver riempito intere pagine di analisi e previsioni sulla crisi che hanno fatto la fortuna degli sciocchezzari neoliberisti di mezzo mondo, Alberto Alesina è tornato alla carica sul Sole 24 Ore di ieri con i suoi vecchi cavalli di battaglia, peraltro già ampiamente trattati nel discusso libro scritto a quattro mani con Andrea Ichino: conflitto generazionale, modello universitario e meritocrazia. La tecnica è sempre la stessa. Consiste nella sistematica e deliberata trasformazione…

Buongiorno. Vorrei ringraziare la Brooking Institution, e in particolare il mio caro amico Kemal Dervis, per aver offerto tempestiva ospitalità a questo importante evento. Sono inoltre contento che Sharan Burrow – segretario generale dell’Ituc [International Trade Union Confederation] – possa essere con noi questa mattina. Alla fine della sua opera magna, la Teoria Generale, Keynes si esprime così: “I difetti più evidenti della società economica in cui viviamo sono l’incapacità a provvedere…”

Non c‘è dubbio che lo slogan “meno ai padri, più ai figli” abbia una sua efficacia. L’idea di togliere ai padri ultra-tutelati per dare ai figli non-tutelati evoca a un tempo l’idea di redistribuzione (una sorta di lavorare peggio ma lavorare tutti) e la solidarietà dei genitori verso i figli, e quale padre non si sacrificherebbe per il figlio? E se non bastasse, c‘è anche un velato richiamo alla rivolta generazionale, i figli che si prendono ciò che i padri non vogliono lasciare. In realtà la tesi di chi vede nella condizione di scarsa tutela…

Tra tante discussioni su produttività e competitività del nostro paese – dalle polemiche sulle dichiarazioni di Sergio Marchionne al dibattito suscitato dal recente intervento del governatore Mario Draghi ad Ancona – si tende a rimuovere un elemento di fondo. Il fatto è che a partire dalla seconda metà degli anni Settanta la riduzione dell’economia italiana a quei settori e a quei modelli organizzativi che ancora la caratterizzano – il made in Italy e la piccola impresa – è stata contrabbandata…

“Abbiamo impedito ai francesi di arrivare in Italia con i loro treni”, ha esclamato pomposamente Luca Cordero di Montezemolo davanti alla Commissione lavori pubblici del Senato, aggiungendo che se le ferrovie francesi vorrano in futuro sbarcare sul nostro territorio lo dovranno fare come azioniste di una società privata. Le agenzie di stampa e i giornali hanno riportato la notizia come esempio di autentico patriottismo, ma anche questo piccolo episodio, analizzato più attentamente, getta una luce…

L’innovazione tecnologica è diventata il nuovo mantra della politica italiana, ma limitarsi a invocarla non sarà di grande aiuto. Essere presenti nei settori a forte intensità di conoscenza scientifica è condizione irrinunciabile anche per continuare a essere competitivi sui nostri settori tradizionali, ma comporta l’introduzione di una serie di modifiche nella struttura e nel funzionamento dei mercati finanziari, nelle politiche della ricerca…