Non si può dire che in Medio Oriente questi mesi siano stati noiosi: basti pensare alla vicenda irachena e al tentativo in atto di stabilizzazione politica, al ritiro unilaterale da Gaza delle colonie israeliane, alle recentissime elezioni presidenziali in Egitto. In questa regione così avviene: i processi politici sono in sincrono, sia quando essi sembrano rallentare fino al torpore, sia quando invece accelerano improvvisamente. Il Medio Oriente è infatti una delle regioni al mondo dove l’interdipendenza è più alta…
Analisi e commenti
Il Medio Oriente, scosso dalle fondamenta nel 2003 dall’intervento in Iraq – oggi al centro dell’attenzione dell’elettorato Usa che si appresta alle elezioni di mid-term del 7 novembre – è in una pericolosissima situazione di stallo: sono stati distrutti gli assetti preesistenti ma non ne sono stati ricostruiti di alternativi sufficientemente robusti. Fermo a mezz’aria, il Medio Oriente deve quindi al più presto riavviare i motori e uscire dallo stallo se non vuole precipitare, appesantito dal carico di crisi che ha a bordo: quella israelo-palestinese, quella arabo-israeliana, lo scontro…
A guardare i media tedeschi e a giudicare i comportamenti dei politici pare proprio che il pano inclinato del dopo elezioni vada verso la Grosse Koalition. Al di là delle dichiarazioni di rito dei dirigenti della Cdu rinfrancati dal risultato di Dresda, è Schröder ad avere aperto davvero i giochi questa settimana dicendo che si ritira e si accontenta di un vicecancellierato per il suo compagno Müntefering se i democristiani ritirano la Merkel. A difendere la Merkel rimane solo Stoiber, della Csu. Un significativo paradosso. Vista la scarsa stima del bavarese per la Merkel…
Da quando è stato abbattuto Saddam Hussein, la sicurezza regionale in Medio Oriente ha sempre avuto solo tre attori di prima grandezza: Usa, Israele e Iran. Si tratta di un equilibrio dinamico, sempre soggetto a cambiamenti nei rapporti di potenza…
Anche il New Labour può essere serenamente inserito tra le vittime eccellenti della vittoria del No al referendum francese. E in particolare la sua vocazione…
L’analisi della storia politica della Chiesa italiana negli ultimi vent’anni che Marco Damilano ha proposto nel suo intervento su Left Wing due settimane fa, richiamata settimana scorsa dalla recensione del suo libro “Il partito di Dio” a firma di Ignazio Vacca, è certamente rigorosa sul piano storico e si può sintetizzare così: gli anni Novanta e il governo ruiniano della Chiesa italiana hanno portato a un mutamento di rotta e al sostanziale smantellamento della posizione montiniana, fucina, cattolico-democratica entrata in crisi già sul finire degli anni Settanta…
A fine anno, è d’uopo interrogarsi su come sarà il prossimo. Parliamo un po’ fuori dai denti, allora, di quelli che metaforicamente si chiamano “poteri reali”. In Italia, almeno a immodesto giudizio di chi qui scrive, è inutile che pensiate alla politica, e da molti anni. Il potere più forte è senza ogni dubbio quello bancario. Ancora la settimana scorsa, Alessandro Penati su Repubblica ha aggiornato puntualmente i dati dello strapotere bancario…
Continua in Egitto la stagione elettorale. Dopo le elezioni presidenziali del 7 settembre – che hanno riconfermato Presidente Hosni Mubarak – ieri è stata la volta…
Arrivando al Palalottomatica sabato pomeriggio, entrando in spalti pienissimi, penso a Boston, alla convention dei Democratici del 2004 che lanciava gli ultimi mesi di corsa di Kerry. L’ultimo giorno, dopo l’accettazione dell’allora futuro sconfitto, c’è stato un piccolo episodio, insignificante forse, anche se evidente nella diretta televisiva della Cnn. Kerry aveva appena terminato il discorso e i palloni che dovevano cadere dall’alto e riempire il Fleet Center tardavano a scendere. La festa di lancio perde il gran finale colorato e giocoso, evidenziato da un infido microfono acceso…
La nota diramata dal Consiglio episcopale permanente “a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in materia di unioni di fatto” non contiene particolari novità. Vi si dichiara che “la legalizzazione delle unioni di fatto [è] inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo”, perché “deleteria per la famiglia”. Vi si sostiene che ancor più grave sarebbe “la legalizzazione delle unioni di persone dello stesso sesso, perché, in questo caso, si negherebbe la differenza sessuale, che è insuperabile”...
Grande attesa. Così scrive Fabio Tamburini sul Sole 24 Ore di sabato. Peccato che non ci spieghi da parte di chi. “Il lavoro dei magistrati sta di nuovo segnando i destini di molte partite in corso nel mondo dell’alta finanza. C’è grande attesa, ad esempio, per le intercettazioni raccolte nei mesi decisivi delle indagini sull’ex amministratore delegato della Banca popolare italiana Gianpiero Fiorani. Nei prossimi giorni i testi integrali verranno consegnati agli avvocati e, di conseguenza, diventeranno pubblici”. Proprio così: e di conseguenza diventeranno pubblici...
A pochi giorni dalle elezioni che secondo tutti i giornali avrebbero dovuto segnarne il trionfo, lo Spiegel non ha esitato a dichiarare giunto il momento di scrivere “il necrologio del conservatorismo tedesco”. Ma forse si potrebbe parlare più in generale di una lenta agonia dell’intera destra europea. Non si tratta semplicemente dell’esaurirsi di un breve ciclo, quello seguito all’onda di sinistra prevalsa durante gli anni di Clinton e non casualmente coinciso con l’ascesa di Bush…